Villa Griffone

Residenza principale della famiglia Marconi nella seconda metà dell’Ottocento ed è il luogo il giovane Guglielmo allestì il suo primo laboratorio (nella soffitta che era stata “la bigattiera”), arrivando a realizzare - a 21 anni - la fondamentale invenzione della telegrafia senza fili (1895). Dichiarata monumento nazionale nel 1939 è oggi sede della Fondazione e del Museo Marconi.

La Villa sorge a Pontecchio su terreni di cui vi è documentazione archivistica fin dalla metà del Trecento. L’edificio – descritto in carte del Seicento come “casa da contadini” cambiò diversi proprietari e fu nella seconda metà del‘700 che, sotto la proprietà della famiglia Bacialli, si avviò la ricostruzione del complesso, includendo, nello stesso corpo, abitazione padronale e abitazione colonica unite. Con l’acquisto da parte dell’avvocato Bolognese Vincenzo Patuzzi (1789), all’inizio dell’800 si avviò un’importante trasformazione: la separazione tra casa colonica e il casino padronale. Nel frattempo Domenico Marconi (di Capugnano), e fondatore delle fortune della famiglia, iniziava a costruire le basi del suo patrimonio fondiario, proprio da quelle parti, nel decennio 1820-1830. Prima della sua morte, avvenuta l’11 aprile 1848, Domenico aveva potuto vedere gli inizi delle carriere dei tre figli maschi: Giovan Battista, indirizzato verso l’avvocatura, Giuseppe, che aveva iniziato come “studente ecclesiastico”, Arcangelo verso la carriera ecclesiastica. 

Quando poi morì, lasciò il suo patrimonio fondiario, tra Pontecchio e Montechiaro, ai tre figli maschi, con obbligo di dote a Luigia, l’unica sorella rimasta. I tre fratelli Marconi vivevano insieme tra Montechiaro e Bologna. Ma proprio l’anno dopo la morte del padre si presentò loro una ghiotta occasione, quella di acquisire a buon prezzo una tenuta confinante… Il proprietario del Griffone, l’avvocato Giuseppe Ulisse Patuzzi era stato “interdetto per vizio di mente”, i suoi beni sequestrati, e la tenuta, che comprendeva quella che ormai era diventata una prestigiosa villa, era stata messa all’asta. La mattina del 3 marzo 1849, si presentarono al casino di campagna del Griffone per partecipare all’asta i signori: Giovan Battista Marconi, avvocato, Francesco Gualandi, ingegnere, Gaetano Garelli e Enrico Corsini, entrambi possidenti. Base d’asta: 5.998 scudi. 
Dopo una lunga trattativa l’avvocato Marconi si aggiudicò la tenuta del Griffone, per 8.400 scudi, e 50 bajocchi. Il “verbale di immissione in possesso” fu stipulato il 27 marzo dello stesso anno. Con quell’acquisto, la famiglia Marconi si era ormai inserita a pieno titolo “tra la più qualificata borghesia agraria bolognese, incuneandosi anzi tra le più antiche e prestigiose tenute e ville nobiliari della prima valle del Reno”.

Ma ancora non era sufficiente, così nel 1852 il Griffone (ancora di proprietà indivisa di tutti e tre i fratelli) venne ampliato, con la costruzione delle due ali laterali: risultava così composta da 9 camere al pian terreno e altrettante al primo piano, e 5 al secondo piano. Quando poi nel 1855 Giuseppe era in procinto di sposarsi con Giulia Renoli, si arrivò alla suddivisione di tutti i beni dei fratelli. Il Griffone toccò a Giuseppe, futuro padre di Luigi, Alfonso e Guglielmo.

L’ultimogenito – giovane appassionato di elettrologia – trasformò la soffitta in laboratorio  e nei terreni della proprietà svolse gli esperimenti che segnarono la nascita delle radiocomunicazioni, giungendo a superare la “Collina dei Celestini”, vero e proprio test che dimostrò che la sua invenzione della sua telegrafia senza fili era riuscita. Divenuto celebre e molto impegnato, sia in Italia che all’estero, Marconi risiedette solo per brevi periodi a Villa Griffone, la cui proprietà comunque ereditò alla morte del padre (1904). Innumerevoli sono i riferimenti al Griffone nei documenti che lo riguardano, sia nei carteggi sia in tante conferenze nelle quali ripercorse le origini della sua invenzione.

La casa paterna di Marconi deve il nome di "Griffone" a Margherita Laurenti Torri Griffoni, proprietaria dal 1672 al 1730

Dopo la morte di Marconi – 20 luglio 1937 – lo Stato italiano avviò la pratica di acquisizione di Villa Griffone e del parco che la circonda (esclusa quindi la parte dei Celestini). Il 16 marzo 1939 la Villa venne dichiarata «monumento nazionale».

Nel 1941, in seguito ad accordi separati con gli eredi, Villa Griffone diventa proprietà della Fondazione Guglielmo Marconi. Nello stesso anno si completa e s’inaugura il Mausoleo, realizzato su progetto dell’architetto Marcello Piacentini.

Nel settembre 1999 all’interno della Villa Griffone viene inaugurato il Museo Marconi.

Nell’aprile 2011 il parco di Villa Griffone si è arricchito di un prestigioso riconoscimento, ossia due targhe assegnate dall’IEEE nell’ambito del programma Milestones in Electrical Engineering and Computing.